Dal piccolo vocabolario della lingua affettiva
Posted: Aprile 7th, 2013 | Author: Absa | Filed under: General | Tags: 5 Broken Cameras, collina, giornata della terra, olivo, Operazione Colomba, terra | Commenti disabilitati su Dal piccolo vocabolario della lingua affettiva[Soundtrack – Glósóli]
Terra [ter-ra] s.f. – Tra i vari significati, materiale che ricopre la superficie terrestre, terriccio.
In tutte le definizioni di questo vocabolo in cui mi sono imbattuta compare, tra le diverse voci, quella di terreno coltivabile o materiale che contenga gli elementi necessari alla nutrizione delle piante. Un po’ come a dire: dove è terra, lì sono le piante. [Vedi anche alla voce “olivo”.] Quindi, lì è la vita stessa. Come se nella terra fosse intrinseco un messaggio vitale, come se la terra stessa fosse la vita. Fondamentale è, dunque, attaccarsi alla terra, nella sua figura di Madre Terra. Essenziale risulta difenderla, con le proprie forze e con tutti i mezzi disponibili. Ogni anno, il 30 marzo si celebra in Palestina la Giornata della Terra: “il 30 marzo 1976 sei giovani palestinesi vennero uccisi dall’esercito israeliano mentre cercavano di salvare le loro terre dalla confisca”.
Espressioni idiomatiche: T. Promessa, T. Santa.; fare t. bruciata; t. di nessuno; essere o sentirsi a t.; questa cosa non sta né in cielo né in t. Derivati: territorio, conterraneo.
Collina [Col-li-na] s.f. – Nel caso specifico, la collina dei ciliegi.
Dal comunicato stampa di Operazione Colomba del 16 marzo 2013:
At-Tuwani – La mattina del 15 marzo 2013 la polizia israeliana ha arrestato tre minori sulla collina di Khelly, vicino al villaggio di At-Tuwani, nelle colline a sud di Hebron. Gli agenti sono intervenuti dopo che due coloni di Ma’on hanno accusato i ragazzi di aver danneggiato il recinto di un campo di ciliegi. I ragazzi palestinesi stavano pascolando le loro greggi sulla collina di Khelly, vicino a un campo di ciliegi nelle vicinanze dell’insediamento di Ma’on. Un internazionale, che accompagnava i ragazzi palestinesi durante l’incidente, afferma che loro non hanno compiuto il danneggiamento. Dall’inizio nel 2013, i coloni di Ma’on, spesso in coordinamento con l’esercito israeliano, hanno scacciato diciassette volte i pastori palestinesi dalla valle e dalla collina di Khelly. Queste terre sono proprietà privata palestinese e l’amministrazione civile dell’esercito israeliano ha dato ai palestinesi il permesso di lavorarla. Inoltre, anche la terra sulla quale il recinto è stato costruito è di proprietà Palestinese. I coloni di Ma’on ne hanno preso possesso illegalmente, impedendo ai palestinesi di lavorare quel terreno.
Ricorrenze letterarie: Inutile piangere. Si nasce e si muore da soli (C. Pavese, La casa in c.).
Olivo [o-li-vo] s.m. – “Il tronco è contorto; le foglie ovali, lucide e di color verde scuro sulla pagina superiore, biancastre inferiormente; i fiori sono piccoli, bianco-verdastri; il frutto è di grandezza variabile, per lo più ovale, di colore prima verdastro e poi nero-violaceo a maturità”. (*) Poi, d’improvviso, di questi colori non resta traccia. Nel buio della notte, restano solo le fiamme. Credo sia questa una delle immagini che più mi abbia colpito guardando 5 Broken Cameras: olivi bruciare. Carcasse al mattino, come animali morti nell’arsura di un neonato deserto. Oppure, olivi tagliati, le loro braccia, una volta al cielo, ora lasciate a seccare a terra. Perchè proprio gli olivi? L’olivo è la pianta della vita, nel suo senso più stretto di sopravvivenza. Abbattere, bruciare un olivo è un simbolo, chiaro, quasi elementare. Significa estirpare le radici che affondano in profondità nel suolo, fare tutto il possibile perchè non rimangano nel cuore della terra.
Espressioni idiomatiche: offrire, portare un ramoscello di o. a qualcuno, fargli proposte di pace.
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